10 Febbraio 2024 ore 17,30 alla Maisone de Charme - PIGLIO (FR)
L'ENIGMA CESANESE
Storia di un vitigno Italiano che non ha parentele con altri vitigni italiani di Piero Riccardi con una postfazione di Sandro Sangiorgi Iacobelli editore
L’enigma Cesanese, di Piero Riccardi, è la storia di un vitigno italiano coltivato alle porte di Roma che una certa agiografia scientifica e popolare vuole che fosse conosciuto dai Romani e apprezzato da Imperatori e Papi. In realtà - anche se si cerca di tenerlo nascosto - si è scoperto che il Cesanese di Affile non ha parentele genetiche con altri vitigni italiani. Volutamente nascosto, perché a detta di qualcuno, dirlo, scombussolerebbe le carte di disciplinari doc, di viticoltori, di chi lo ha sempre bevuto, in una parola metterebbe in crisi i concetti di autoctono e di identità.
Piero Riccardi, con il suo passato di giornalista d’inchiesta per la trasmissione Report e attualmente viticoltore di Cesanese a Olevano Romano, alza il velo su questa strana vicenda e attraverso una serrata analisi di documenti storici racconta un’altra storia, sorprendente e affascinante. Costruito come un’inchiesta indiziaria, questo piccolo studio, su un piccolo vitigno laziale, potrebbe apparire una piccola storia, marginale forse. Eppure, il vino e la vite, migratori per eccellenza, con il loro rimando simbolico legato profondamente all’avventura umana nata attorno a quel crogiolo di rimescolamenti che risponde al nome di Mare Mediterraneo, hanno una grande capacità di insegnarci ben oltre e al di là del loro ristretto mondo agricolo.
Insegnarci a partire da certi concetti/fortezze dietro i quali pensiamo di barricarci come quelli di autoctonia e di identità, per arrivare a coinvolgere la responsabilità di un certo modo di concepire la funzione scientifica nella costruzione di ciò che diventa norma e simbolo.
Allora - e in fondo è questo il senso di questo libro - non ha nessuna importanza che il nostro Cesarese/Cesanese lo abbia bevuto un imperatore romano. Non per questo diventerà meno importante o meno nostro. Non sarà neppure meno buono se dicessimo una volta per tutte che le Alveole di Plinio col nostro Cesarese/Cesanese non c’entrano proprio nulla - e a noi che c’entrino o no importa davvero nulla - ma che forse, in questa storia di vino, dobbiamo tutto a un piccolo e testardo monachello basiliano che in cerca di una nuova terra dove pregare il suo Dio si portò dietro un piccolo tralcio di vite della sua terra di Cappadocia.
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