Capranica Prenestina è un borgo di origine medievale, che vide le proprie sorti legate alle vicende di due famiglie nobiliari: i Colonna e i Capranica. E’ del 1252 la prima attestazione in un documento dove Capranica Prenestina era stata assegnata ad Oddone Colonna. Il feudo rimase di proprietà dei Colonna per oltre quattro secoli. Dopo aver raggiunto il suo massimo splendore commerciale e architettonico con l’elezione, all’inizio del XV secolo, al soglio pontificio di Martino V, Oddone Colonna, Capranica subisce vari passaggi di mano e potere tra varie famiglie nobiliari tra cui i Barberini. Nel 1665 viene concesso il primo statuto cittadino e solo nel 1870 la famiglia Barberini rinunciò ai diritti feudali concedendoli in enfiteusi perpetua al Comune di Capranica Prenestina.
Alla famiglia Capranica sono legati i due edifici più importanti del paese: la Chiesa di Santa Maria Maddalena e il palazzo baronale, oggi Palazzo Barberini. La Chiesa di Santa Maria Maddalena, sorge su una struttura risalente al XII secolo, di cui oggi rimane solo il campanile. La sua Cupola, di diretta ispirazione bramantesca, è un pregevole esempio dell’architettura romana del XVI secolo. Il Palazzo Barberini invece conserva ancora intatta la struttura cinquecentesca, mentre l’interno è stato quasi del tutto rinnovato ed attualmente ospita il Comune ed il Museo Civico Naturalistico dei Monti Prenestini. Tra le varie chiese nel territorio spicca l’importante luogo di culto del Santuario della Mentorella, dedicato a Santa Maria delle Grazie, e costruito a strapiombo sulla sottostante Valle del Giovenzano, risalente al VI secolo d.C.
All’interno del Comune di Capranica Prenestina ci sono il borgo di Guadagnolo, centro abitato più alto del Lazio, oltre i 1000 metri s.l.m., dove la natura è maestosa e sovrana, e il Castagneto Prenestino, uno dei monumenti naturalistici più importanti del centro Italia. Un’area incontaminata di 166 ettari costituita da selva castanicola (Castanea sativa Miller) dove alberi monumentali plurisecolari dominano e custodiscono il paesaggio e ospitano diverse tipologie di funghi, muschi, licheni, micro e macro fauna. Qui gli alberi sono cresciuti in forma libera, divenendo veri e propri “monumenti naturali”.
L’equilibrio e la simbiosi tra l’uomo e il castagno ha prodotto in questi magici luoghi antichi antiche pratiche agrosilvo- pastorali che hanno contribuito a plasmare l’ambiente e la società nei secoli.
Negli ultimi anni il castagneto è stato oggetto di diversi progetti promossi dal Comune e dal Museo Civico Naturalistico dei Monti Prenestini, atti a salvaguardare l’esistenza delle piante, la fruizione delle vie di percorrenza e la tradizione secolare della “Mosciarella”, la castagna essiccata a fuoco lento in piccole casette-essiccatoi disseminate all’interno del bosco. Un prodotto unico e irripetibile di questi boschi.
Silvia Baroni - Guida turistica
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